Esistono numerose e diverse tipologie di malocclusione ed ognuna di esse riconosce una diversa età ottimale per iniziare la cura. Valutazioni che spettano allo
specialista che saprà valutare se il caso o meno di intervenire e quando è il momento giusto. Certamente una prima visita ortodontica è consigliata intorno ai 5-7 anni.
Circa 30 giorni per una guarigione completa delle mucose, se si vuole una ricostruzione ossea adeguata però sarà necessario attendere almeno tre mesi.
Dipende dal tipo di intervento , se gli impianti sono inseriti in una lacuna intercalata (zona senza denti) è possibile realizzare un provvisorio che si appoggi agli elementi dentari adiacenti senza comprimere eccessivamente la mucosa (di tipo ponte fisso tradizionale oppure Maryland bridge). Questo provvisorio potrà essere portato dal paziente anche subito dopo l’intervento. Se l’arcata è completamente edentula o quasi, sarà necessario realizzare una protesi rimovibile appoggiata a qualche radice residua eventualmente lasciata in situ per permettere l’ancoraggio protesico. L’unico caso in cui non si può portare la protesi per qualche tempo che deve essere indicato dal chirurgo è quello in cui si siano realizzati dei rialzi di cresta che potrebbero essere destabilizzati dalla pressione della protesi.
Quanto durano gli impianti dentali?
Abbiamo una percentuale di successo di oltre il 97%, riconosciuta da ricerche scientifiche in tutto il mondo. Questo significa che il successo non è sempre del
100%, perché siamo in un ambiente biologico - il nostro organismo; la vite implantare inserita nell'osso non è una vite inserita in un pezzo di acciaio. La variabilità biologica, il
metabolismo osseo, il tabacco, malattie come il diabete, sono i principali fattori che condizionano la riuscita dell'impianto dentale.
Ciònostante il successo c'è, è ampiamente documentato dalla ricerca e si ritiene quindi la metodica dell'implantologia osteointegrata altamente predicibile e clinicamente valida per
ripristinare le funzioni dell'apparato masticatorio. Oggi abbiamo documentato casi di pazienti che hanno in bocca impianti osteointegrati da oltre 35 anni. Ciò non vuole dire che la durata di tutti
gli impianti sia di oltre 35 anni.
Un'impianto si può perdere per frattura dovuta a sovraccarico, tipica dei pazienti bruxisti (vedi, bruxismo) o per perimplantite (infiammazione della gengiva intorno all'impianto che coinvolge anche l'osso perimplantare): è quindi importante una
corretta igiene orale e il mantenere uno stato di buona salute di tutta la bocca.
A questo proposito, si raccomanda una terapia di mantenimento periodica (igiene orale professionale e prevenzione) ogni 6 mesi mediamente. Per fare un'ultima considerazione sulla
durata degli impianti, si ritiene che una durata di circa 10 anni sia clinicamente valida e accettabile, ma come ripeto, nulla vieta che durino molto di più.
L'inserzione dell'impianto nel tessuto osseo dei mascellari non è dolorosa in quanto l'osso, a differenza del dente, non è innervato. Per eseguire l'intervento senza dolore è sufficiente un'anestesia locale.
Dipende dal caso.
Nel caso di posizionamento di impianti in zone edentule ( senza denti) con osso ben guarito utilizzando la tecnica FLAPLESS, vale a dire senza tagli e senza punti,
NON e' assolutamente necessario sospendere la terapia anticoagulante.
Nel caso invece di posionamento di piu' impianti con la tecnica a lembo aperto,affiancata o meno da latre procedure , come innesti di osso o membrane, e' preferibile sospendere la TAO per
qualche giorno, stabilendo le modalita' con la struttura preposta al monitoraggio della terapia stessa.
Non esistono evidenze scientifiche che controindicano il posizionamento degli impianti nei pazienti con osteoporosi; comunque, in questi pazienti, è consigliato impiegare un’adeguata tecnica chirurgica ed è utile sapere che i tempi di guarigione per ottenere l’osteointegrazione possono essere più lunghi rispetto a un paziente normale. Per quanto riguarda invece i pazienti che hanno assunto bifosfonati come trattamento dell’osteoporosi, ancora oggi i dati relativi all’impiego degli impianti sono ancora troppo pochi per poter trarre delle linee di comportamento.
Ovviamente sì: il molare è un dente di notevole diametro e soprattutto con due o tre radici, questo significa che può essere sostituito sia per funzione sia per estetica da un impianto a grande diametro (anche 5 mm o più) oppure, se lo spazio lo consente, da due impianti ciascuno nella sede della precedente radice. L’incisivo viceversa è un dente monoradicolato e saranno gli spazi e le esigenza estetiche (incisivo centrale superiore più grande; incisivo laterale o incisivi inferiori) a dettare il diametro dell’impianto che potrà essere usato.